lunedì 19 dicembre 2011

Rio de Janeiro - giorno 2


18 dicembre 2011
Giorno 2 - Rio de Janeiro

L'idea di dovermi aggirare per le strade di Rio con in spalla una telecamera alquanto vistosa mi ha generato, alla vigilia della partenza, non poca apprensione. La presenza delle favelas, che si alternano senza soluzione di continuità ai quartieri più frequentati dai turisti, le continue notizie di cronaca nera diffuse dalla stampa internazionale, e non per ultime le raccomandazioni di prudenza riportate da tutte le guide che ho consultato preparandomi al viaggio hanno fatto sì che mi sia immaginato una città ad altissimo rischio. E forse lo è davvero. Ma, come mi è sempre successo fin ora nella vita, mi sono preoccupato più di quanto avrei dovuto. Sono ancora vivo, vegeto, in salute, la mia telecamera è qui con me, intatta e nessuno ha tentato di portarmela via!
Rio (o almeno quelle parti di essa che abbiamo visitato) si è rivelata una città vivace e piacevole. Assolutamente adatta a riprendersi dalle quasi 24 ore di viaggio di ieri e prepararsi al lungo tour che domani prenderà il via. Mattinata in visita al Cristo Redentor, la mastodontica statua del Cristo che sovrasta e sorveglia la megalopoli, eretta in occasione del centenario dell'indipendenza del Brasile e oggi simbolo indiscusso della città. Un cielo non proprio terso e qualche goccia di pioggia conferiscono al panorama carioca un alone quasi malinconico, diverso da quell'entusiasmo pirotecnico che straborda nelle torride nottate carnevalesche. Una brezza fresca mitiga il calore di una primavera che, quaggiù, sta per farsi estate.
Scorrazzando per la città si incontrano continuamente chiazze verdi di una vegetazione pluviale che è stata ampiamente soppiantata dal cemento, ma che continua ad essere presente in ogni dove. Edifici coloniali lasciano spazio a moderni grattacieli, che presto degradano in baraccopoli fatiscenti. Gli spunti visivi sono continui. I cambi di set repentini. In una città, tante piccole città, adiacenti seppur apparentemente inconciliabili. Tra esse Copacabana, forse la spiaggia più famosa del pianeta, con la sua farinosa sabbia bianca che si lascia colorare dalle tinte cangianti del cielo e una corolla di scialbi ma imponenti grattacieli sullo sfondo. Nel mezzo una strada che sembra vivere di vita propria per l'incessante viavai assortito di mezzi e persone. Tra queste ci imbattiamo, durante il rituale della caipirinha a bordo-spiaggia, in un gruppo di giovani e belle ragazze sorridenti impegnate a dispensare "free-hugs", abbracci gratuiti, ai passanti. Un episodio inaspettato vista la fama di Rio, dove corpi e anime sembrerebbero dover essere tutti in vendita. Il piacevole incontro avviene dopo qualche ora trascorsa al mare, rinfrancati da una nuotata tra le gelide onde dell'Atlantico e  una partitella a calcio sulla spiaggia.
Resta il tempo di girovagare a ruota libera per la città. Scelgo il metodo che più mi piace: la passeggiata a random, grazie alla quale ci si imbatte nelle situazioni allo stesso tempo meno prevedibili e più memorabili. Per vivere la Rio notturna, sicuramente foriera di strabilianti sorprese, non c'è tempo. Da domani si fa sul serio: partenza alle 6 verso San Paolo, dove, nel pomeriggio, ci aspetta il nostro primo incontro con le comunità venete del Sud America.

Dimitri Feltrin.

1 commento: