giovedì 22 dicembre 2011

Giorno 5 - Foz do Iguaçu

21 dicembre 2011




Giorno 5 - Foz do Iguaçu

Nella vita, la bellezza si incontra nelle situazioni più diverse. Ho imparato che, in tutte le cose, vale la pena di andarla a ricercare a costo di dover scavare a fondo. L'ho trovata spesso anche nei luoghi, nelle persone, nell'arte, nella musica, nei sentimenti che inizialmente hanno un gusto più amaro che dolce. Ma se c'è stato un momento nel quale la bellezza è stata così immediata, così palese, così totale, da diventare addirittura assoluta, quel momento è stato oggi, quando davanti ai nostri occhi si è manifestato lo spettacolo delle cascate di Iguaçu.
Foto di Sara Rebellato
Abbiamo attraversato la frontiera argentina per recarci a visitare il parco naturalistico che si trova 20 chilometri a Sud-est del punto in cui le acque dell'Iguaçu e del Paranà confluiscono l'una nell'altra. Siamo al confine tra Brasile, Argentina e Paraguay. Le cascate di Iguaçu si compongono di 275 salti d'acqua, sviluppati in 3 chilometri di larghezza e 80 metro di altezza. Più larghe delle cascate Vittoria, più alte di quelle del Niagara.
Lo spettacolo che Madre Natura ha allestito per noi comincia dalla foresta tropicale, popolata di animali selvatici di piccola e e grossa taglia, alcuni dei quali hanno deciso di calcare la scena e mostrarsi ai nostri occhi: farfalle colorate, falchi, armadilli, procioni, tucani. Il secondo atto ci porta a vivere l'emozione di percorrere, a bordo di un motoscafo, il corso del fiume e di lanciarci a tutta velocità sotto il getto di alcune cascate. Una bella scarica di adrenalina e l'emozione di guardare le catarate da un punto di vista del tutto insolito. 
Il gran finale arriva però percorrendo le passerelle elevate che costeggiano l'intero perimetro del bacino. Lo scenario sembra dipinto da un illustratore onirico. Il verde intenso della vegetazione pluviale si alterna all'azzurro dell'acqua che va a sgretolarsi nel bianco della schiuma nel momento del tuffo nel vuoto. Variopinti arcobaleni danno un alone magico e irreale al dipinto, che viene ulteriormente arricchito dal suono dell'acqua che si scontra con le rocce, si attorciglia su se stessa, e poi si getta a capofitto per andarsi a schiantare fragorosamente contro un pavimento liquido. L'emozione si amplifica dinnanzi alla Garganta del Diablo. Una quantità impressionante d'acqua precipita simultaneamente per decine e decine di metri, si vaporizza e dà vita ad un nuvolone candido che si gonfia al di sopra delle acque, mentre i rondoni si scagliano in picchiata tra le nebbie dell'abisso, catturano gli insetti e risalgono dietro al getto delle cascate per andarsi ad appollaiare sui costoni rocciosi. Il tutto accade mentre l'acqua ruggisce così forte da ovattare i pensieri. Si resta come imbambolati. La mente si svuota.
Io non ho mai visto nella mia vita nessun posto più bello e potente di questo. L'oyster Dario, che il mondo lo ha girato quasi tutto, lo pone sul podio insieme con la Muraglia Cinese e la barriera corallina australiana. L'ostreghetta Cinzia parla di un'energia incredibilmente forte sprigionata da questo inimmaginabile luogo. Provare per credere. L'emozione vale il lungo viaggio.
Domani ci aspetta un'altra lunghissima tappa. 830 chilometri tra Foz do Iguaçu e Porto Alegre, capitale del venetissimo stato brasiliano del Rio Grande do Sul. Lì ci attende il prossimo incontro con le comunità dei nostri emigranti.

Dimitri Feltrin

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