martedì 20 dicembre 2011

Ostrega! Copacabana!

Oggi seconda giornata dell’OstregaLatina in terra sudamericana, dedicata interamente alla visita della città di Rio de Janeiro, che abbiamo già iniziato a conoscere la sera precedente per cena,post cena e post post cena (quasi pre-colazione).
Al mattino l’impatto con la città è decisamente improntato alla curiosità: per le persone, per i luoghi da visitare e per la quotidianità degli stili di vita degli abitanti. Ma soprattutto di un bar che faccia vedere Santos-Barcellona, finale di coppa del mondo per Club. Con nostro stupore scopriamo fra l’altro che anche in Brasile regna il campanilismo più schietto, dato che quasi tutti tifano per il Barcellona, perché il Santos, squadra del campionato paulista non è degna di essere tifata dagli odiati rivali carioca.
La prima tappa ci porta a visitare la montagna del Corcovado, chiamata affettuosamente dagli abitanti di Rio, “Madonnasantabenedettadell’incoronetadelCorcovedo”. Dopo una contrattazione degna del migliore mercante arabo, riusciamo a farci fare un super prezzo di favore per la salita al monte: lo stesso che si pratica usualmente ai turisti. E in effetti che senso ha che uno tratti come un mercante arabo se non è in Medioriente?? Ma soprattutto cosa ci fa un mercante arabo a Rio de Janeiro? E se c’è ce ne sarà anche uno brasiliano a Amman (e se non è Amman sarà Inlavatric?). Sono problemi forti, che tutto il gruppo Ostrega cerca di risolvere...
Prima di salire in cima al complesso dove c’è la statua del Cristo Redentore, ci fermiamo per una sosta al Mirador dove abbiamo modo di goderci una prima splendida panoramica della baia e della statua. Ovviamente troviamo il tempo di fare qualche tiro a calcio sulla piattaforma di atterraggio degli elicotteri, stando bene attenti a non calpestare la vicina pista di atterraggio dei coleotteri, proprio accanto a quella di decollo dei fenicotteri.
Saliamo quindi a tu per tu con la statua del Cristo. Purtroppo la presenza di folle urlanti di turisti in tour pre confezionati, toglie molto alla magia del luogo. L’essere stata inserita nella lista delle 7 meraviglie del Mondo Moderno ha evidentemente aumentato di molto il flusso del pellegrinaggio semipagano...alcuni di noi, irriverenti e irredenti, cercano di farsi fare delle fotografie nelle pose più stane col Cristo: stretta di mano, sostegno sotto le braccia, appoggio su un lato…Tanto pasiensa ghi n’ha!
Il pomeriggio ci trasferiamo a Copacabana, la mitica spiaggia, simbolo della vida na praia brasileira. Dire qualcosa che non sia già stato detto su questa spiaggia dai maestri della letteratura o del cinema, è una missione troppo difficile per noi. No Gigi e Andrea, non vi faremo questo sgarbo!
Ma Copacabana è un luogo destinato a entrare negli annali di Ostrega! per la partita a calcio Juventus – Resto del Mondo. L’Ostregajuve, che si presenta con la classica muta a petto nudo e mutanda, schiera Quarto, Cais, Guidolin, Lucchini, Martinello e Bosa. La formazione avversaria si presenta in campo con Cecchetto, Bertazzon, Minato, Stocco, Marotta, Simioni. Arbitra il sig. Colla di Castelfranco Veneto.
Partita subito tiratissima con frequenti cambi di gioco. Partita in salita per la Juve che va sotto di un gol, dopo la realizzazione di un calcio di rigore di Simioni concesso per un fallo di gioco. Episodio dubbio che nemmeno la moviola di Pistocchi è riuscita a chiarire. Qualche minuto dopo Bosa pareggia con un tap in da pochi passi, a termine di una rocambolesca azione di gioco. Ancora episodi dubbi condizionano la partita, con il sig. Colla che concede un secondo calcio di rigore per un presunto fallo di mano di Quarto in fase difensiva di ultimo uomo. Quarto che si fa perdonare subito dopo parando il rigore. Entrano a questo punto Andrea Chabal Berno per il Resto del Mondo e Battagello per l’Ostregajuve. Pochi minuti dopo viene concesso un terzo calcio di rigore al Resto del Mondo a seguito di un fallo in mischia: ne scoppia un parapiglia generale con Quarto che abbandona polemicamente il campo. Simioni non sbaglia e porta in vantaggio la sua squadra. L’Ostregajuve non ci sta e inizia un forcing senza sosta, che alla fine è premiato da un bel gol dalla distanza di Guidolin. Pochi minuti dopo ennesimo rigore concesso da il sig. Colla, questa volta a favore della formazione pettonudata. Il capitano Cais si avvicina al dischetto: tiro da una parte, portiere dall’altra. In inferiorità numerica per la temporanea assenza di di dididididi Quarto, l’Ostregajuve subisce il gran gol di Marotta che riporta sotto la squadra Resto mondista. Di nuovo in parità per il rientro dell’estremo difensore, l’Ostregajuve subisce però il gol di testa di Simioni, che riporta così nuovamente in vantaggio la sua formazione. L’Ostregajuve non ci sta e aumenta l’intensità di gioco, con raddoppi a centrocampo e pressing asfissiante. Strategia che dai risultati sperati: arriva, infatti, il pareggio di Martinello con un fantasioso esterno sinistro che manda la palla sul palo interno alle spalle del portiere. L’azione di gioco dell’Ostregajuve non cessa d’intensità e all’ultimo minuto arriva il definitivo vantaggio di Lucchini. 5-4 per l’Ostregajuve, che diventa così campione di Copacabana.
Marotta commenta a caldo: “Purtroppo nonostante abbiamo dominato, il risultato non ci ha premiato. Ci sono stati troppi errori arbitrali a nostro sfavore. Noi non parliamo mai degli arbitri ma questa volta dobbiamo riflettere tutti. Il calcio non è questo. Il calcio non è questo. Ovviamente nel Clasico di Porto Alegre usciranno i veri valori delle squadre in campo sperando nella non faziosezza del direttore di gara. Mesi di investimenti anche economici e preparazione atletica gettati al vento.” Così Capitan Cais commenta prestazione della Juve: “Ringrazio Copacabana, è stato il vero dodicesimo uomo in campo. La squadra ha dimostrato personalità, carattere e soprattutto attaccamento alla sabbia. Con queste premesse da oggi l’Ostregajuve può essere inserita fra le migliori 3 squadre del mondo. Nel Clasico di Porto Alegre, nonostante gli infortuni, la gotta e il dessert a 10 real daremo ancora una prova della nostra forza.”

PAGELLE:
OSTREGAJUVE.
Cais: 7, a tratti imbarazzante nella fase difensiva, non costruisce, non chiude, non incide, ma vince. Ed ha ragione.
Guidolin: 6,5, a parte il costume, lontano dai fasti di un tempo è un onesto portatore d’acqua. Snello, leggero, vola come un tacchino punge come un maion de lana a Copacabana. Ha la fiatella e si sente. Gordinho?
Quarto: 8, irascibile, arrogante e presuntuoso. I migliori cocchi di Copacabana.
Lucchini: 7,5, brutto da vedere (sempre) ma concreto sottoporta, il Nureyev di Copacabana.
Martinello: 7,5, la vera sorpresa della partita, nessuno credeva avesse la pancia.
Bosa: 7,5, impressionante la progressione sulla fascia. Garrincha, chi era costui?
Battagello: 7, spumeggiante come il miglior cabernet della Marca.
WEARDEUORLD:
Minato: 6, il terreno intorno a lui è scoppiettante.
Andrea Chabal Berno: 9, il Cristo del Corcovado si è voltato a guardarlo. Fudo della montagna con i piedi di Platini.
Paolo Stocco: se non rimanda è rimandato. Se giocasse a calcio come gioca a carte farebbe un figurone, ed è tutto dire. La squadra spera che si infortuni il prima possibile.
Bertassao: 4,5, Branco e Roberto Carlos hanno molto da imparare.
Cecchetto: 8, Acciliu Lumbardu, idulu eciernu!
Simioni: 9,5, imborghesito come il Totti di fine carriera a Roma, terzinaccio che ricorda Mauro Milanese. Marotta: 4, esteticamente inguardabile, scorretto, provocatore, ricorda nel look Vampeta, nella bellezza Luca Fusi, e nello stile Pasquale Bruno. Capro espiatorio di un sistema malato. Copacabanopoli! Ultimo appello al Clasico.
Arbitro Colla: 10, Lascivo, lascia correre. Purtroppo non sa mettere in riga la partita come i capelli. Colla, la giacchetta nera che ti inculla.

Francesco Quarto

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