giovedì 12 gennaio 2012

Ostrega! Siamo a casa!

OSTREGA!, SIAMO A CASA!


"D'un tratto, senza più la possibilità di correre a un aeroporto, pagare con una carta di credito, schizzar via ed essere, in un baleno, letteralmente ovunque, sono stato costretto a riguardare al mondo come a un intreccio complicato di paesi divisi da bracci di mare che vanno attraversati, da fiumi che vanno superati, da frontiere per ognuna delle quali occorre un visto; e un visto speciale che dica "via terra", come se questa via (...) fosse diventata così insolita da rendere sospetto chiunque si ostini a usarla".

Tiziano Terzani

Ci abbiamo messo 3 giorni e mezzo. In totale 80 ore tra aeroporti, aerei, mezze giornate perse e mezze giornate guadagnate. Però, alla fine, siamo a casa. Pensavamo che l'impresa sarebbe stata arrivare a Ushuaia partendo da Rio de Janeiro. Grazie allo sciopero Iberia, invece, l'impresa è stata tornare. Bisogna dirlo: era stato tutto troppo semplice. Cioè, faticoso! A tratti molto faticoso! Però semplice. Dogane tranquille, nessun imprevisto di rilievo, nemmeno una foratura. A chi, nel 2009, aveva fatto anche l'Ostrega! in Tour era mancato un po' di brivido stile Via della Seta. Per fortuna che ci ha pensato Iberia, dandoci la possibilità di allungare il viaggio quanto basta per raccogliere anche nuove emozioni, nei luoghi dove siamo stati dirottati, e soprattutto all'interno del gruppo.
Abbiamo vissuto intensamente. Abbiamo attraversato mezza America Latina, visto alcuni tra i luoghi più belli al mondo, incontrato persone interessanti, vissuto situazioni irripetibili, affrontato situazioni di grande eccitazione e di grande disagio, combattuto con il sonno, fatto a gara con la fatica. Il 17 dicembre abbiamo aperto una parentesi che questa notte si è chiusa. Uno spezzone di vita con regole tutte sue. E adesso torniamo a immergerci nel mondo "regolare", fatto di impegni, progetti, responsabilità, orari fissi, persone familiari e luoghi conosciuti. C'è chi, come il sottoscritto, potrà farlo con i propri tempi. C'è chi ci si è già buttato a capofitto. Per tutti sarà dura tornare alla "normalità". Forse, per qualcuno, la "normalità" non sarà più la stessa.
OstregaLatina! è stato un successo. Abbiamo portato nel mondo il nostro Veneto, nei confronti del quale siamo sempre critici, ma che tutti, dentro di noi amiamo. Da questo punto di vista, ci ha resi particolarmente orgogliosi il riconoscimento che ci è arrivato direttamente dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una medaglia che premia il tanto lavoro messo in campo alla vigilia della partenza e durante la spedizione. Ma ancor più ci ha aperto il cuore l'accoglienza che abbiamo ricevuto dai nostri conterranei che ora vivono in Sudamerica. Con loro abbiamo chiacchierato, cantato, ballato. Il messaggio di "ricongiungimento" è passato per strade diverse. Per quella formale, con gli eventi istituzionali, gli incontri bilaterali, i discorsi e gli scambi di doni ufficiali. Per quella informale: le chiacchiere in dialetto, le canzoni popolari, i brindisi, i balli, la caciara. E poi per la strada "fortuita", quella che non puoi prevedere, che ti porta a incontrare un tuo compaesano emigrato in un bar della Patagonia dove decidi di terminare una lunga nottata.
Crediamo di aver fatto un buon lavoro. Contiamo di aver contribuito al bene della nostra Terra. Speriamo di essere stati all'altezza. Di sicuro abbiamo fatto, ancora una volta, qualcosa di grande. Forse non per il mondo. Ma di sicuro per noi stessi.

Dimitri Feltrin

martedì 10 gennaio 2012

OSTREGA! VOLVEMOS...

OSTREGA!, FORSE CI SIAMO...

Forse ci siamo... Pare che si torni a casa! Siamo in aeroporto a Santiago e abbiamo in tasca le carte d'imbarco dei voli che ci porteranno prima da qui a Madrid, poi dalla capitale iberica a Venezia. Se tutto va bene arriveremo domani sera (11 gennaio) a Tessera, alle 22.15. Se non avete di meglio da fare venite ad accoglierci in aeroporto. La festa, ad Ostrega!, è sempre gradita!

Visto come Iberia ci ha trattati fin ora non ci sentiamo di essere sicuri della nostra sorte. E meglio non approfondire il discorso ambasciata italiana in Cile (l'abbiamo chiamata 8 volte per avere aiuto e 8 volte ci ha sbattuto giù il telefono!!!) . Però siamo fiduciosi. Ci si vede (forse) domani in aeroporto!

Volvemos, Ostrega!


Dimitri Feltrin

lunedì 9 gennaio 2012

VOLO CANCELLATO ANCHE A SANTIAGO!

Ecco il comunicato stampa che abbiamo appena diramato:


SCIOPERO IBERIA - SI PROLUNGA L'ODISSEA DELL'ASSOCIAZIONE OSTREGA!


Si prolunga l'odissea dei 34 membri dell'Associazione Culturale Ostrega!, da ieri bloccati in America Latina, dove sono stati impegnati con il progetto "Ostregalatina! - La vetrina itinerante del Veneto sbarca in Sudamerica".
Ostaggi in aeroporto.
A causa dello sciopero della compagnia aerea spagnola Iberia, il volo da Buenos Aires a Madrid è stato cancellato. I 34 sono stati dirottati su Santiago del Cile, da dove oggi pomeriggio (9 gennaio) alle 14 sarebbero dovuti ripartire alla volta di Madrid. E' appena stato comunicato, invece, che anche il volo da Santiago a Madrid è stato cancellato per questioni tecniche e che non potremo ripartire fino a domani pomeriggio. Nemmeno domani sera, quindi, riusciremo a essere a casa. Come potete immaginare, c'è tensione nel gruppo. Quasi tutti devono rientrare al lavoro, e c'è il timore di ripercussioni a livello professionale.
Dopo una notte trascorsa sulla moquette dell'aeroporto di Santiago, l'odissea si prolunga di un altro giorno. E c'è il rischio che lo sciopero proclamato dalla compagnia per l'11 gennaio ritardi ulteriormente il rientro.
"La gestione da parte della compagnia Iberia è stata carente sotto tutti i punti di vista e di certo adiremo le vie legali per far valere i nostri diritti e risarcire, oltre al disagio, le giornate lavorative perse da molti dei membri dell'Associazione che, vorrei ricordare, non si trovano in Sudamerica per una comune vacanza, ma per una missione ufficiale", afferma il presidente dell'Associazione Culturale Ostrega! Matteo Guidolin.

domenica 8 gennaio 2012

ARRIVIAMO IL 10 ALLE 18.35

Eccoci a Buenos Aires. Abbiamo finalmente appreso come e quando riusciremo a tornare. Lo sciopero Iberia ci costringe, da qui, a far rotta su Santiago, da lì a Madrid, e infine a Venezia, dove arriveremo alle 18.35 di martedì 10 gennaio. Ci aspettano due giorni di peregrinazioni, senza un letto né pasti pagati (almeno per ora...). Ma il morale è buono anche tra chi subirà disagi piuttosto gravi.

Rivo co rivo, ma co rivo rivo!

VOLO CANCELLATO!

Ciao a tutti. Il nostro timore è divenuto realtà. Iberia ha cancellato il nostro volo Buenos Aires-Madrid. Allo stato attuale non sappiamo come e quando riusciremo a varcare l'Atlantico. Di sicuro, dalle poche notizie che abbiamo, c'è che non saremo in Italia prima del 10 gennaio. Come potete immaginare, il disagio è grande, soprattutto per chi ha impegni di studio e di lavoro. Tentiamo comunque di mantenere alto il morale!
Gli aggiornamenti appena sapremo qualcosa di nuovo.

sabato 7 gennaio 2012

Giorno 21 - Hasta la Fin del Mundo

GIORNO 21 - USHUAIA

E' stato un tripudio. L'Ostrega! Bus è impazzito! Siamo alla Fine del Mondo! Anche questa volta ce l'abbiamo fatta. L'ultima tappa è stata dura (2 frontiere, un traghetto, 60 chilometri di sterrato) ma ce l'abbiamo fatta! Siamo felici. Qualcuno se l'è goduta in solitudine. Qualcuno nella bolgia del bus festante. Qualcuno ha pianto.
Non ho il tempo di scrivere. Oggi si esplora Ushuaia, il suo Parco Naturale, il canale di Beagle. Domani si torna (aerei permettendo...).
Siamo arrivati! Ed è stato bello! E ora siamo tutti uniti da questa nuova impresa. Ora siamo abbracciati anche quando non lo siamo.

Dimitri Feltrin

Giorno 20 - Perito Moreno

05 gen 12
PERITO MORENO
GIORNO 20


Così ci accolse il Perito Moreno.
Immaginatevi una delle metropoli più popolose ed estese dell'America Latina. Immaginate che al posto dei grattacieli vi siano delle guglie gotiche fatte di ghiaccio bianco con sfumature di un blu cobalto tenue ma vivace. Immaginate che su di essa splenda il sole e che, ogni tanto, il passaggio di qualche nuvola ne oscuri alcune parti, mettendone in risalto delle altre. Infine immaginatevi in primo piano un grande lago dove galleggiano sparsi pezzettoni di ghiaccio, e sullo sfondo le Ande innevate.
Nella vostra mente ha appena preso forma lo spettacolo a cui abbiamo assistito ieri: il Perito Moreno, il ghiacciaio del Parco Naturale Los Glaciares, nella regione argentina di Santa Cruz. Un fronte di 60 metri di altezza e una superficie complessiva di oltre 250 chilometri quadrati, superiore a quella della città di Buenos Aires. Un altro spettacolo della natura. Uno spettacolo quasi immobile. Ed è il "quasi" a fare la differenza. Perché è proprio riuscire a scorgere i suoi minimi movimenti, sia con gli occhi che con le orecchie, a rendere lo spettacolo del Perito Moreno particolarmente avvincente. I suoi ghiacci, infatti, continuano a sciogliersi e a riformarsi. E quando si sciolgono danno vita a delle frane che generano fragorosi boati, avvertibili a chilometri di distanza. Senti il frastuono e con gli occhi cerchi la frana. Se sei fortunato riesci anche a fotografarla o a filmarla. Ma devi essere costante e paziente, perché non si può mai sapere da che parte avverrà il crollo. Moltissimi di noi se ne sono stati a lungo in attesa e il Perito ci ha ripagati.
L'ennesima meraviglia incontrata sul nostro cammino ci dà morale per andare avanti. Siamo davvero stanchi, ma il morale è buono perché anche chi era malato si è ripreso, salvo qualche eccezione. Ripartiamo nel pomeriggio e arriviamo a Rio Gallegos in prima serata. Oggi abbiamo cominciato a sentire il cambiamento di temperatura dovuto alla latitudine La luce del sole è visibile fino alle 23 ma, appena il sole scende, la colonnina di mercurio scende ben sotto i 10 gradi. La Fine del Mondo è vicina. E domani la andiamo a vedere con i nostri occhi.
La Befana di Ostrega!
Una nota di colore: nel tardo pomeriggio, più o meno quando in Italia stava per scoccare la mezzanotte del giorno dell'Epifania, sull'Ostrega! Bus è arrivata la Befana. A pensarci è stata Paola, che ogni giorno ne inventa una di nuova per coinvolgere il gruppo nelle sue attività più o meno strampalate: corsi di canto, salotti di discussione, pseudo programmi radiofonici... Oggi, invece, ha coinvolto Andrea Bosa travestendolo da Befana con tanto di gobba e scialle, e mandandolo in giro per l'Ostrega! Bus a depositare nei calzini di ognuno cianfrusaglie raccattate dagli hotel e dai bagagli degli altri oysters. Scene d'ilarità grazie al sex-symbol dei Los Massadores (3 di loro fanno parte della carovana ed hanno festeggiato in America Latina la vittoria del premio Trevigiano dell'Anno della Tribuna) diretto da un'altrettanto comica Paola Lucato. Standing-ovation!


Dimitri Feltrin




Foto di Giorgio Lucchini

giovedì 5 gennaio 2012

COMUNICAZIONE URGENTE - VOLO DI RIENTRO A RISCHIO

Ciao a tutti!
Pare che l'Iberia abbia proclamato uno sciopero a partire dalle 00.00 del 09.01.12! Il nostro volo in arrivo a Venezia è a rischio. Al momento non sappiamo dire se il volo sarà confermato e se per il 9 riusciremo ad essere regolarmente ai nostri posti di combattimento. Non ci vogliono proprio far tornare a casa..!
Ci si aggiorna!

Giorni 18 e 19 - Esquel - Comodoro Rivadavia - El Calafate

03 - 04 gen 12
ESQUEL - COMODORO RIVADAVIA - EL CALAFATE
GIORNO 18-19



"Il vento fa alla mia casa la sua ronda di singhiozzi 
e di urlo, e spezza, come un cristallo, il mio grido. 
E nella pianura bianca, di orizzonte infinito, 
guardo morire immensi occasi dolorosi".
Gabriela Mistral
Antonella e Miledi trascinate dal vento.
Spaziosa. Incredibilmente spaziosa. Per quanto si leggano i versi dei poeti, o le pagine dei narratori, o i diari dei viaggiatori, la Patagonia risulta così: incredibilmente spaziosa. Sono 3 giorni ormai che ci siamo addentrati nella regione più meridionale dell'Argentina. Eppure le distese infinite sembrano non finire mai. Il paesaggio non è monotono: prima un'area completamente secca e desertica. Poi cespugli di colore tendente al giallo. Poi una macchia di color verde scuro. Poi un rilievo. Si sale, un paio di tornanti, e sotto un mare di roccia. Ogni tanto un'oasi. Qui e lì dei laghetti salati. E' uno spettacolo multicolore ma pacato. Grandioso, ma timido. Sono spazi che non ti costringono a guardarli: se sei del giusto umore ti ci perdi e ti ci fai cullare. Se non ne hai voglia, ti giri dall'altra parte, fai dell'altro, e non ti senti in colpa.
Laguna Nimez, El Calafate.
Se c'è una cosa, in Patagonia, di cui non puoi non tener conto, invece, quello è il vento. Non è freddo come me lo immaginavo. Almeno non alla latitudine che abbiamo raggiunto fin ora. Però è fortissimo, costante, rumoroso, invadente. In Patagonia il silenzio non esiste, perché il vento lo rende impossibile. Ti si infila nelle orecchie, fischia tra i cespugli, sbatacchia contro tutto quel che trova sul suo cammino. A me non piace tanto il vento. Mi infastidisce, mi rintontisce, mi stanca. E, abbinato a tutta questa vastità, mi mette dentro un senso di malinconia e di solitudine che fatico a scacciare.
Quel che più ti tiene incollato al finestrino, però, è il cielo. Le nuvole sono diverse. Non so se dipenda dalla diversa spazialità, o dalla pressione atmosferica, o dalla composizione dell'aria. Non ne ho idea. Fatto sta che le nuvole qui sono più belle. Sia quando, a mo' di batuffoli, si dispongono basse e in successione, facendoti credere che il cielo non sia poi così alto come da bambini siamo stati abituati a pensare. Sia quando sembrano delle vere e proprie pennellate di bianco. Prendete un pennello. Intingetelo nella tempera bianca. Passatelo con un colpo secco su una tela o su un foglio azzurro. La nuvole qui sono spesso così: nette strisciate di bianco con qualche sbavatura ai bordi. E la nuvolaglia diventa meglio dei fuochi d'artificio quando la vedi che si colora degli arancio, dei rosa, degli azzurri e dei panna dell'alba. 
Oysters a El Calafate.
L'aurora ce la siamo vista spesso dalla corriera, ma quella a cui abbiamo assistito ripartendo da Comodoro Rivadavia è stata epica. Mentre il sole sorgeva, viaggiavamo proprio lungo la costa Atlantica, verso sud. Alla nostra sinistra, ad est, da qualche parte dietro all'oceano, il sole ha cominciato a scoccare i suoi raggi, che riflessi dalle nuvole sono diventati un capolavoro cromatico quasi commovente. In pochi, sull'Ostrega! Bus, si sono persi questo spettacolo. In molti si sono accalcati intorno ai posti davanti del piano superiore per poter godere al meglio di questo colpo d'occhio irripetibile.
Sul far della sera del nostro 19esimo giorno di viaggio arriviamo al Calafate. Il nostro albergo ha una collocazione stupenda: sovrasta una collinetta che si affaccia sulla Laguna Nimez. Tra l'hotel e lo specchio d'acqua, falchetti e fenicotteri planano controvento con il tramonto sullo sfondo. Scendiamo tutti in riva per fotografare e imprimere questo spettacolo dentro di noi, prima di dirigerci verso la rilassata cittadina per la cena. E' un buon antipasto. Domani mattina andiamo al Perito Moreno. Ci aspettiamo grandi cose.


Dimitri Feltrin



Foto di Elena Squizzato

mercoledì 4 gennaio 2012

Giorno 17 - Temuco - Esquel

02 gen 12
TEMUCO-ESQUEL 
GIORNO 17


Per tornare a varcare la frontiera cileno-argentina, lungo il percorso Temuco-Esquel, si passa nei pressi del vulcano Puyehue: il vulcano che nel giugno 2011 prese a eruttare sputando nei cieli dell'America Latina migliaia di tonnellate di ceneri e lapilli. Il suo risveglio non mandò in crisi solo il traffico aereo continentale e intercontinentale, ma costrinse anche le autorità a dichiarare, nella parte meridionale del continente, l'emergenza ambientale dopo la morte di 750mila pecore a causa dei danni subiti dai terreni di pascolo.
Le ceneri del vulcano Puyehue.
E' davvero un'esperienza unica attraversare questa zona che, anche dopo più di 6 mesi, rimane ricoperta di cenere. Le auto sollevano sfrecciando quella accumulata a bordo strada, le foglie degli alberi sono impolverate, le radure che si riescono a scorgere tra la macchia sembrano innevate, così come le cime delle montagne. Ma non è neve, è cenere! Ed è indescrivibile quanto sia spettrale l'effetto che fa. Sembra di essere nella scena di un film Tim Burton: alberi rinsecchiti, un alone di polvere sempre presente nell'aria e che la rende pesante e opaca, colori sbiaditi, un sole che non penetra mai del tutto. Per chilometri e chilometri. Da poco prima del varco doganale, per tutta la "terra di nessuno" che si estende per chilometri tra i boschi, fino all'inizio della Patagonia, in quella regione che viene detta dei laghi. Qui si trovano alcune delle località di villeggiatura più frequentate della Patagonia: Bariloche, Villa de Angostura, San Martin de Los Andes. Anche qui la cenere è presente, infastidisce le narici, entra in gola, smorza i colori, impolvera le strade. E i turisti vanno altrove. Si percepisce che i luoghi sono incantevoli. Ma l'atmosfera è malata.
La Routa 40.
Lago della Patagonia settentrionale.
Proseguendo verso Esquel abbandoniamo le montagne, ci scrolliamo di dosso la polvere e cominciamo a immergerci in paesaggi che ci nel nostro immaginario riconduciamo a quelli della Patagonia: immense distese brulle. Solo cespugli verdi, gialli, marroni. Qua e là una montagnola a spezzare la monotonia. La Routa 40 che incede imperterrita. Trasandata ma imperterrita.
OstregaLatina! sbarca in Patagonia.
Giungiamo alla meta che si è fatta sera. Non sono tanto il gusto succulento dell'asado e la bontà del vino della Patagonia che consumiamo per cena a stupirci, ma gli incontri notturni che facciamo. All'Argentino ci finiamo a concludere la serata. Musica soffusa. Luci basse. Pochi avventori. Uno di loro beve da solo a un tavolo. Non apprezza l'entusiasmo del nostro gruppetto. Vorrebbe starsene tranquillo e ce lo fa capire in modo un po' scontroso. E' l'occasione per attaccarci bottone. Si chiama Silvano Simeoni. E sapete di dov'è originario? Di Vallà di Riese! E' parente dei "Seconati" che hanno i vivai in via Mulino di Ferro. A Vallà (dove Ostrega! ha la propria tana e dove vive un gruppo consistente di oysters) c'è stato almeno 4 o 5 volte. il clima da ostile diventa subito amichevole e parte uno scambio reciproco di birre. Tante cose ci saremmo aspettati dalla Patagonia, tranne che ci regalasse un incontro di questo genere. A Esquel, città mapuche di 40mila abitanti persa nel nulla del Sud del Mondo, andando per locali in piena notte, abbiamo trovato un pezzo di noi.




Dimitri Feltrin

Foto di Elena Squizzato

Giorno 16 - Santiago - Temuco

01 gen 12
SANTIAGO-TEMUCO 
GIORNO 16

La tappa Santiago-Temuco è stata forse la più rilassante di tutto il viaggio. Innanzi tutto perché, dopo la lunga notte di capodanno, in corriera si è dormito a lungo. Poi perché, partiti (come ormai è nostra abitudine alle 5) del mattino, raggiungiamo la meta che sono appena le 16. Infine perché la città di Temuco è praticamente deserta e ci riserva, come unica attrattiva di un certo interesse, la visita del Cerro Nielol: un colle dedicato interamente a parco naturale (89 ettari di bosco) dove sono conservati dei totem mapuche innalzati dagli indios in ricordo della pace siglata con i conquistatori europei. 
Dopo tante metropoli e città, un tuffo nella natura, nel suo silenzio e nei suoi ritmi più rilassati. Il sole punge, ma soffia un venticello fresco, e all'ombra degli alberi si cammina senza affanno anche in salita. Ci sgranchiamo le gambe, ci ripuliamo la testa e le orecchie dal caos della città. Siamo felici che, essendo giorno festivo, tutto sia chiuso: dal Mercato Municipale, al Museo Nazionale Ferroviario fino al Museo Nazionale della Araucania. La città più grande del Cile meridionale è ferma, vuota, addormentata. E noi la snobbiamo con piacere. Siamo stanchi. E' tempo di silenzio. Ci prepariamo così alla Patagonia.

Dimitri Feltrin



Foto di Elena Squizzato

lunedì 2 gennaio 2012

Capodanno a Santiago

31 dic 11
CAPODANNO A SANTIAGO


Sapete cosa mi ha colpito di più della festa di capodanno in piazza a Santiago? La composta partecipazione. Di eccessi, da parte delle migliaia di cileni che sono scesi nelle strade per festeggiare il tuffo nel 2012, ne ho visti davvero pochi. Certo, si sbevacchia qualche birra, si scoppia qualche petardo, si concedono auguri a destra e a manca, si balla e si rumoreggia. Ma niente eccessi. Almeno non dove siamo finiti noi.
Quelli più eccessivi, al massimo, erano proprio quelli di Ostrega! Chi ci conosce sa che alterniamo un'attività associativa svolta con serietà e responsabilità ad una condotta goliardica che, in gruppo, difficilmente riusciamo ad arginare. La notte di San Silvestro a Santiago comincia con un cenone in un ristorante peruviano in cui ci imbattiamo lungo la strada per il centro. Dopo l'aperitivo a base di Pisco-Sour (la più tipica delle bevande alcoliche cilene), arrivano le bottiglie di un buon Cabernet-Sauvignon locale (i vini Cileni sono considerati i migliori del Sudamerica). Il locale è pieno, e ben prima che le portate arrivino in tavola, il clima si è scaldato. Partono i cori: quelli collettivi, quelli personalizzati. Ognuno di noi è chiamato dagli altri del gruppo a prendere parte alla festa e nessuno si sottrae. Siamo un gruppo che si diverte e che, a vedere gli affetti suscitati sui vicini di tavolo, diverte.
Manca poco alla mezzanotte quando ci lanciamo in strada. I primi fuochi ce li perdiamo, ma vanno avanti parecchio. Ci mescoliamo con la gente. Ci disperdiamo. Ognuno, poi, ha fatto il capodanno che ha fatto. Ma eravamo a Santiago del Cile! ...ed eravamo insieme, Ostrega!

Dimitri Feltrin



Foto di Giorgio Lucchini

Giorno 15 - Valparaiso

31 dic 11
VALPARAISO 
GIORNO 15
Usciamo da Valparaiso che il sole mette fuori il naso per la prima volta quest'oggi.
Andrea arpeggia con la chitarra. Un senso di serenità e appagamento mi assale. Baciato dal sole, cullato dal suono, mi addormento anche.
Trasandata e stilosa. Valparaiso sprizza una pace frizzante.
Colore e lamiera, intensità di tratto. Ogni segno diventa messaggio.
Musica e oceano, fiori e degrado. Mi sento a mio agio.
Dimitri Feltrin




Foto di Giorgio Lucchini

domenica 1 gennaio 2012

Mendoza - Santiago - Giorno 14

30 dic 11
MENDOZA-SANTIAGO 
GIORNO 14


Ostregalatina! coast-to-coast. Dall'Atlantico al Pacifico, l'attraversata è completa. La carovana raggiunge l'ultimo dei 4 Paesi latino-americani previsti: il Cile. E per farlo dobbiamo attraversare la Cordigliera della Ande.
Qualcuno di voi avrà sicuramente visto il film "I diari della Motocicletta", o letto il libro da cui è tratto, "Latinoamericana". Il diario scritto da un Ernestro Guevara giovanissimo, ancora studente, che, insieme con l'amico Alberto Granado, si avventura in un lungo viaggio in sella alla sua vecchia e scassata motocicletta per andare ad assaporare e a scoprire in prima persona, luoghi popoli e culture del Cono Sud. Anche loro partirono da Buenos Aires, passando per Cordoba, poi Mendoza e, come noi, affrontarono le impervie strade andine. Per una generazione cresciuta a pane e Che, poter ripercorrere le orme del Comandante e fingersi in sella alla Poderosa II mentre ci si lascia incantare dall'alba che spunta dietro alle cime innevate ha un che di grandioso. Anche noi andiamo a incontrare le genti, a vedere il mondo, a fare esperienze non comuni. Anche noi formiamo noi stessi "on the road". Anche noi avremo modo di applicare alle nostre vite  il bagaglio di sapere che giorno dopo giorno stiamo mettendo da parte.
Normalmente, durante la mattina, l'Ostrega! Bus è una sorta di dormitorio ambulante. Ma appena i primi raggi del sole spuntano all'orizzonte e lasciano intravedere le creste dei monti e una luce rosata comincia ad avvolgerle, sono in pochi quelli che si lasciano vincere dal richiamo di Morfeo. Occhi e obiettivi incollati al finestrino. Dapprima stupore. poi un'eccitazione che diventa festa collettiva. Dopo una brevissima sosta al Ponte Inca, ci si rimette in viaggio. Si canta, ci si tiene svegli. Ci si diverte. Le Ande ci piacciono e il saliscendi non pesa. Anche la frontiera passa veloce. Siamo in Cile e siamo felice.
A Santiago, che da sola fa il 30% dell'intera popolazione cilena (quasi 6 milioni di abitanti) ci aspetta il nostro ultimo incontro istituzionale. Ad attenderci allo Stadio Italiano c'è il presidente dell'Associazione Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin. Avvocato italo-cileno innamoratissimo della propria terra d'origine: il Veneto. E' stato lui ad aiutarci nell'organizzazione di tutti gli eventi esteri ed è lui ad accoglierci nella sua città natale assieme ad una delegazione di rappresentanti del mondo imprenditoriale di origine veneta di Santiago. E, soprattutto, è stato lui a organizzare la partita di calcio che ci ha visti impegnati contro una formazione giovanile del posto. Noi: in piedi dalle 4, senza pranzo (non c'è stato tempo!), molti febbricitanti, molti con un fisico più adatto alle partite di scopone scientifico che a quelle di calcio. Loro: giovani, allenati, riposati, affiatati, forse un po' inesperti. Il risultato sembrerebbe scontato. E invece l'1-1 finale testimonia che Ostrega! non avrà il fisico, ma di certo ha il carattere... Ai rigori, però, soccombiamo. Ma abbiamo perso con onore.



Dimitri Feltrin

Foto di Elena Squizzato